• Errore ma anche inidoneità dello scafandro. Mancata formazione e vigilanza

    La sentenza si occupa dell’infortunio occorso a un lavoratore che, durante la fusione di alluminio e il versamento del metallo fuso in appositi stampi, poichè uno stampo era bagnato, veniva investito dagli schizzi del metallo fuso, provocandosi gravi ustioni.

    La Corte di Cassazione ha ribadito che «in tema di prevenzione di infortuni sul lavoro, il datore di lavoro deve non solo predisporre le idonee misure di sicurezza ed impartire le direttive da seguire a tale scopo, ma anche e soprattutto controllarne costantemente il rispetto da parte dei lavoratori, di guisa che sia evitata la superficiale tentazione di trascurarle».

    La Suprema Corte ha ricordato anche che «é interruttiva del nesso di condizionamento la condotta abnorme del lavoratore quando essa si collochi in qualche guisa al di fuori dell’area di rischio definita dalla lavorazione in corso. Tale comportamento é “interruttivo” (per restare al lessico tradizionale) non perché “eccezionale” ma perché eccentrico rispetto al rischio lavorativo che il garante è chiamato a governare (Sez. U, n. 38343 del 24/04/2014, Espenhahn e altri, non massimata sul punto)». 

    L’operazione affidata alla cura dell’operaio «era intrinsecamente rischiosa, e tale da dover essere compiuta con la protezione di uno scafandro; il fatto che il lavoratore non avesse tenuto abbassata la visiera (per suo errore, ma anche per inidoneità dello scafandro messogli a disposizione) non può certo considerarsi “eccentrico” rispetto ai rischi della lavorazione» di cui il datore di lavoro era gestore.

    Qui la sentenza Cassazione Penale 2017 27543

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