• INQUINAMENTO, DEPURATORI

    Acqua sporca» in mare  sequestrati 4 depuratori Ventuno gli indagati

    di ANTONELLO NORSCIA

    TRANI – Inquietanti chiazze, odori nauseabondi, proliferazione dell’alga tossica, dermatiti diffuse. Fenomeni che hanno caratterizzato la scorsa stagione balenare e che rischiano di compromettere quella ormai alle porte. Tutti con un comune denominatore: il cattivo (se non addirittura pessimo) funzionamento degli impianti di depurazione delle acque reflue di Barletta, Andria, Trani e Molfetta.

    La costa inquinata – In pratica, eccezion fatta per Bisceglie (ma il mare, si sa, è in movimento per definizione) sarebbe stata inquinata l’intera costa su cui ricade la competenza della Procura della Repubblica di Trani. Dove lo scorso 5 settembre il procuratore Carlo Maria Capristo mise su un tavolo investigativo che nei mesi invernali ha ricostruito la deturpazione e l’inquinamento che provocano i depuratori nonostante il mare (è proprio il caso di dire) di soldi che si muove per la conduzione e la manutenzione degli impianti e nonostante pure la competenza dell’Acquedotto Pugliese. Ieri al giro di boa fra la stagione invernale e quella estiva le indagini del pubblico ministero Antonio Savasta, che ha coordinato il certosino lavoro degli uomini di Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza e del consulente (il prof. Onofrio Laricchiuta), sono giunte alla notifica di 21 informazioni di garanzia ed al sequestro probatorio dei depuratori di Andria (in località Gorgo Ruotolo), di Barletta (Via del Gelso), di Trani (Via dei Finanzieri) e di Molfetta (Contrada Lago Tammone).

    Le accuse – A seconda delle presunte rispettive responsabilità, il pm contesta plurime violazioni della normativa ambientale, nonché i reati d’interruzione di pubblico servizio, frode nelle pubbliche forniture, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, danneggiamento, truffa aggravata, omissione d’atti d’ufficio, getto pericoloso di cose, distruzione-deturpamento di bellezze. Un mare di pericoli, tant’è che l’indagine è stata battezzata “Dirty Water” (acqua sporca). Che a Trani, in Via dei Finanzieri, alla luce di un sopralluogo, non sarebbe stata nemmeno segnalata con appositi divieti di balneazione: perciò è indagato anche l’ex sindaco.
    «sversamento incontrollato»Secondo l’accusa nell’Adriatico (nei tratti contigui alla costa) ci sarebbe stato uno “sversamento incontrollato di fanghi di depurazione (rifiuti speciali) e di acque non depurate, con valori chimici biologici superiori a quelli fissati dal decreto legislativo n,152/2006, con deturpazione delle aree marine e dei tratti costieri, nonché frode nell’esecuzione dei contratti per inadempimento degli obblighi contrattuali delle società incaricate della conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti.” Un vero e proprio “stato di degrado” sostengono gli inquirenti, secondo cui le società di gestione degli impianti non mettevano in condizioni il commissario delegato per l’emergenza rifiuti di esercitare la revoca del finanziamento e del contratto di affidamento delle conduzioni degli impianti, inducendo così la Presidenza del Consiglio del Ministri ad emettere atti di proroga dello stato emergenziale fino al 31 dicembre scorso e quindi ad evitare che gli impianti fossero dichiarati fuori norma».

    Cattivo funzionamento – Fatti per cui il pm Savasta ha disposto il sequestro probatorio per il tempo necessario alle operazioni peritali che cristallizzino “lo stato di funzionamento degli impianti e l’effettiva consistenza delle migliorie per le quali le società aggiudicatarie degli appalti hanno richiesto ingenti cifre, nonostante il ciclo di depurazione dei reflui urbani risultasse inadeguato e fuori servizio”.
    La Procura contesta, tra l’altro, l’inquinamento da idrocarburi presenti nel ciclo di depurazione e sversati in mare, e mira ad accertare anche danni all’habitat marino. Il sequestro si basa pure sulla circostanza che gli indagati possano “inquinare” le attività di accertamento: l’intento di correre a qualche riparo si sarebbe mosso solo con le sirene dell’inchiesta.

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